Un’esposizione che fa meditare sui rischi inutili cui si espone troppo spesso l’uomo, vincolato nelle sue azioni da interessi economici e geo-politici che a volte, spesso, non collimano con le condizioni dell’ambiente, con le forze di madre natura. Che quando viene sfidata, reagisce. Spesso in maniera apocalittica.
Nel Caucaso la tragedia nucleare di Fukushima ha riportato alla luce il fantasma nucleare dimenticato di Metsamor (Oktemberyan o Medzamor) e si intreccia con antiche e sanguinose rivalità etniche e geopolitiche che dividono una delle aree più sismiche del pianeta. […]
La prima e per ora unica centrale nucleare armena (400 MW ) è stata costruita nel 1976 a 30 km da Erevan, in una zona sismica. Progettata dai sovietici per restare in vita fino al 2001, dopo 10 anni dal termine della sua vita ufficiale, resterà in servizio fino al 2017 perché fornisce il 40% (i turchi e gli azeri dicono l'80%) dell'elettricità dell'Armenia. L'impianto è gestito dal 2003 dalla società russa Inter Rao Ues, come parte di un accordo per pagare il debito estero dell'Armenia. Anche un esperto di nucleare azero, Adil Garibov, attacca gli armeni e i russi : «La centrale costituisce una minaccia per tutta la regione ed i Paesi interessati devono chiederne la chiusura con una voce sola».
Nonostante i sentimenti antiarmeni è difficile dare torto a turchi ed azeri, anche per gli esperti. Metsamor, basata sulla tecnologia nucleare di prima generazione, situata in una zona sismicamente attivissima, rappresenta una grande minaccia per l'Armenia e i paesi vicini. Dopo il devastante terremoto che ha colpito l'Armenia nel 1988, che fece 50 mila morti, il governo sovietico di Erevan decise di chiudere Metsamor ma poi la crisi economica e la carenza di energia hanno costretto l'Armenia indipendente (e in guerra con l'Azerbaigian petrolifero) a riavviare la centrale 1993. Anche Hakob Sanasaryan, di Green union of Armenia, dice fin dal 2003 che Metsamor non rispetta i nuclear safety standards internazionali, visto che non ha un "guscio" di contenimento protettivo»
«Le esplosioni avvenute nelle centrali nucleari in Giappone, dovrebbero servire da lezione a tutti, e la comunità mondiale deve riflettere su quali conseguenze potrebbero derivare in Armenia da un terremoto di magnitudo di almeno 7 punti». Queste le parole di Sinan Oran, direttore del Centro turco per le relazioni internazionali e l'analisi strategica (Turksam) e presidente del Società della comunità turco-azera. «In Giappone – prosegue il responsabile di Ankara - una centrale nucleare viene costruita sulla base di tecnologia nucleare di terza generazione, mentre la centrale nucleare di Metsamor è stata costruita secondo la tecnologia nucleare di prima generazione, e questo aggiunge un particolare pericolo per la regione. Considerato il fatto che l'Armenia è uno Stato non democratico, la popolazione del Paese non può protestare contro il funzionamento di questo impianto».
Tűrksam dice di aver fatto delle ricerche nella regione di confine con l'Armenia, nelle province di Igdir, Kars e Ardahan e nel sud-est dell'Anatolia, che evidenziano la presenza di vaste aree di erba secca, malattie negli animali e negli uomini, una forte incidenza (in crescita) di cancro e di bambini malformati alla nascita o nati morti e di morti infantili. «Un incidente nella centrale di Metsamor avrebbe anche gravi conseguenze su chi vive in Azerbaijan, Iran, Nakhichevan, e Georgia, nonché sulla migrazione della popolazione che potrebbe essere un disastro per il popolo armeno».
La centrale di Metsamor potrebbe subire in ogni momento un terremoto come quello del 1988 che ne provocò la temporanea e prolungata chiusura. Con un terremoto di magnitudo 9 come quello del Giappone, la centrale di Metsamor, che sorge su una linea di faglia, verrebbe completamente rasa al suolo. I turchi, gli azeri e i georgiani temono una nuove e ancora più incontrollabile Chernobyl alle porte di casa. […] Nel 1999 l'Armenia e l'Ue firmarono un accordo per la chiusura entro il 2004 della centrale e che l'Armenia del 2001 al 2004 lavorò insieme al Consiglio d'Europa per chiudere l'impianto e che nel 2007 accettarono un accordo con Usa ed Ue per la chiusura della centrale. Il 29 novembre 2007 il governo armeno approvò un piano per chiudere la centrale nucleare, ma senza nessuna data specifica. Secondo il ministro dell'energia la chiusura potrebbe costare fino a 280 milioni di dollari. […]
Gli armeni dicono che non possono chiudere la centrale di Metsamor se non terminerà l'embargo energetico, se non arriverà in Armenia il gasdotto dall'Iran e se Azerbaigian e Turchia non apriranno i loro confini. I turchi definiscono questa posizione «Un elemento di ricatto con l'Armenia che su Metsamor presenta condizioni non hanno nulla a che fare con la centrale».