martedì 15 giugno 2010

Tra fascino e tragedia: il popolo Adighè

Nelle lande del Caucaso nord-occidentale risiede quel poco che rimane di una gruppo etnico dalla storia gloriosa, affascinante ma nel contempo travagliata. Stiamo parlando degli Adighè, popolo che si riconosce in una serie di famiglie e tribù caratterizzate da differenze a livello di costumi e pratiche linguistiche, un elemento distintivo della presenza umana tra queste montagne.

Oggi si contano circa 600 mila Adighè, sparsi tra Adighezia, Karačaj-Circassia, repubbliche autonome della Federazione russa, e l'Abkhazia, regione che a seguito di una snaguonosa guerra civile intende staccarsi dal dominio georgiano. Ma la maggior parte di queste popolazioni si trova al di fuori della propria terra d'origine, in Turchia, Giordania, Libano, Israele, Macedonia Egitto, Libia, Stati Uniti: sono questi gli effetti della cosiddetta diaspora circassa.


STORIA

Ma andiamo con ordine. La comparsa degli Adighè, chiamati anche Circassi, è avvenuta sulla scena caucasica intorno al X secolo a. C., anche se si pensa che la loro origine può risalire molto più indietro nel tempo. Pur essendo un popolo dalla spiccata indole guerriera, ha dovuto soccombere di fronte alla mancanza di uno spirito unitario. La presenza di tribù e famiglie divise ha notevolemente ridotto la loro influenza sul territorio e che ha avvantaggiato nel corso dei secoli gli invasori. Dapprima sono arrivati i persiani, di seguito è toccato a romani, bizantini, mongoli e ottomani prendere possesso delle loro terre. Presso gli Adighè, nel frattempo, si è diffusa la religione musulmana, una delle cause dello scontro fratricida che di lì a poco avrebbe per sempre segnato la loro vicenda.




Alla fine del '700, sull'area a sud del fiume Kuban aveva posto le sue mire la Russia: dopo una serie di estenuanti campagne militari, durate oltre 50 anni, le truppe dello Zar Alessandro II riuscirono a sottomettere l'intera area. Gli Adghè furono gli ultimi a soccombere, e forse per questo i più colpiti dalla politica di russificazione: 1 milione e mezzo di persone furono uccise, per quello che a ragione si può definire come uno dei genocidi più cruenti e dimenticati della storia moderna. In preda al terrore, migliaia di famiglie abbandonarono le loro case, per trovare riparo in Turchia, Medioriente e nei Balcani. Una diaspora che solo dopo la caduta dell'URSS, nel 1991, ha potuto invertire il proprio percorso: ma in questo vent'ennio solo una minima parte dei profughi ha fatto ritorno nelle proprie abitazioni, i territori Adighè sono tenuti saldamente sotto controllo dalla Russia di Putin.





CURIOSITA'


Prima dell'invasione russa, la società era notevolmente stratificata. Solo pochi gruppi familiari di questa regione montagnosa potevano fregiarsi di una certa uguaglianza a livello sociale, mentre la maggior parte dei sottogruppi erano suddivisi in molteplici caste. La più alta era quella del principe, seguito da nobili, semplici cittadini, servi e schiavi.


I Circassi sono storicamente noti per la bellezza delle loro donne, caratterizzate come gli uomini da fisico snello e capigliatura spesso di colore rosso. Come altri popoli caucasici, conservano con orgoglio un ricco bagaglio di usi, costumi, danze e leggende.

Oggi queste popolazioni parlano il russo e la lingua adighè, appartenente al ceppo caucasico, e scritta in alfabeto cirilicco.


Molto caratteristica è la bandiera della Repubblica di Adighezia. Adottata nel 1992 e modificata fino all'attuale definizione il 7 giugno del 2007, presenta al suo interno 12 stelle, in riferimento alle 9 antiche comunità aristocratiche e le 3 popolari. Il verde rappresenta la libertà. La bandiera è molto simile a quella ideata dallo scozzese David Urquhart che cercò di sostenere il tentativo di creare uno stato indipendente, tentativo fallito nel 1856 con la conquista zarista.

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