
Di seguito ecco una rassegna dei principali lanci d'agenzia degli ultimi giorni.
16 DICEMBRE - ASIANEWS – Da quattro giorni Mosca vive un’escalation di violenza che vede protagonisti gli ultranazionalisti e xenofobi legati al tifo calcistico e gruppi organizzati di immigrati dal Caucaso. Ieri, in una maxiretata della polizia in occasione di una manifestazione annunciata dai tifosi, sono state arrestate circa 1300 persone, la maggior parte delle quali immigrati con cui gli estremisti avevano già iniziato a scontrarsi.
Il capo della polizia cittadina, Viktor Biryukov, ha fatto sapere che i suoi agenti hanno sequestrato coltelli, bastoni e altre armi da trauma. Intorno alla stazione di Kiev in cui si era radunata la manifestazione xenofoba e gli immigrati impegnati nella contro protesta, si sono concentrati oltre 3mila agenti in assetto antisommossa. “Caucasici a casa” e “La Russia per i russi” erano alcuni degli slogan esposti e urlati dai manifestanti.
A innescare la violenza è stata la morte di un tifoso dello Spartak, in una rissa con un caucasico, lo scorso 11 dicembre. Subito dopo l’uccisione del giovane tifoso sono iniziate a circolare in rete e sui media voci e segnalazioni per l’arrivo nella capitale di gruppi di caucasici pronti a rispondere alle provocazioni degli hooligan dello Spartak. Che a loro volta erano già scesi in strada urlando cori razzisti. La reazione dei “compagni” del ragazzo ucciso è stata infatti di stampo nazionalista, con una prima e violenta manifestazione sfociata nel fine settimana in una vera e propria guerriglia urbana sotto le mura del Cremlino e terminata con un bilancio di oltre 30 feriti e una settantina di “fermi”. Da allora Mosca vive praticamente uno stato di assedio, col centro chiuso e pattugliato da polizia in tenuta antisommossa, pronta a intervenire in caso di nuovi episodi.
Il livello di allerta ha portato alla mobilitazione anche gli esponenti della comunità religiose. Il capo del consiglio dei mufti Ravil Gainutdin ha messo in guardia sul rischio di una deriva “anti-caucasica e anti-islamica della società russa”. “La Russia non diventi un’arena di una strage tra le etnie”. E ha invitato “la gioventù, prima di tutte quella mussulmana, a non rispondere alle provocazioni. Non uscite da casa” è stato il suo appello.
Anche la Chiesa russo-ortodssa ha preso posizione sulla “situazione preoccupate” dei rapporti interetnici. Il capo del Dipartimento per i rapporti tra Chiesa e società del Patriarcato di Mosca, l’arciprete Vsevolod Chaplin, ha chiesto alle autorità di espatriare gli immigrati responsabili e alla popolazione locale ha chiesto di dialogare sulla base di comune regole di compritamento.
16 DICEMBRE – APCOM - Un commando di killer ha ucciso ieri sera a Nachik il muftì islamico della repubblica di Kabardino-Balkaria, Anas Pshikhachev. Un assassinio che gli inquirenti hanno immediatamente attribuito ad ambienti radicali islamici e che arriva sullo sfondo di tensioni senza precedenti, a Mosca, tra immigrati di origine caucasica e nazionalisti. Il leader religioso, a capo della Commissione islamica della repubblica russa nel Caucaso settentrionale, aveva espresso critiche nei confronti dell'Islam più radicale, ricordate oggi anche dal presidente russo Dmitri Medvedev. Lo scrive l'agenzia di stampa Interfax.
L'assassinio è avvenuto a Nalchik, il capoluogo della Balkaria, nella serata di ieri. Due uomini hanno chiesto al presidente della Commissione islamica di venire fuori dalla sua casa, secondo quanto ha riferito il Comitato investigativo, e hanno sparato almeno quattro colpi di pistola. Il religioso quarantasettenne è rimasto ferito, per poi morire a causa delle ferite riportate.
Il presidente russo Dmitri Medvedev ha definito il muftì "una prominente figura religiosa di autorità indubitabile che s'è apertamente opposta all'estremismo", secondo quanto ha riferito la portavoce del Cremlino Natalya Timakova. "Continueremo - ha aggiunto Medvedev - a sostenere i musulmani in Kabardino-Balkaria e io sono certo che gli assassini verranno puniti".
6 DICEMBRE - ANSA - Otto persone, tra cui un bambino di 9 anni, sono rimaste uccise in un'operazione anti terrorismo nella provincia del Daghestan, vicino a Chechnya. Lo rende noto un portavoce del ministero degli Interni della repubblica del Caucaso del nord. Nel blitz sono rimasti uccisi sei sospetti militanti islamici e uno dei poliziotti impegnati nell'operazione mentre il bambino e' stato colpito accidentalmente da una pallottola nel corso dello scontro a fuoco. Ferito anche un pompiere.
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