lunedì 6 settembre 2010

Leva militare in Armenia: nonnismo, mazzette, morti sospette

Alcuni estratti dall'articolo "ARMENIA:MORIRE DI LEVA" pubblicato sul web lo scorso 20 agosto da Balcanicaucaso.org. Autore: Onnik Krikorian.


Continui incidenti sulla linea del cessate il fuoco tra armeni e azeri in Nagorno Karabakh fanno crescere la tensione nella regione. Nel frattempo, l'opinione pubblica armena è scioccata da una serie di morti sospette nell'esercito.
Mentre il panico si trasformava in rabbia, a seguito dell'ultimo scontro sulla linea di contatto tra forze armene e azere in Nagorno Karabakh, altre uccisioni di soldati armeni - rese note nel mese di luglio - hanno sconvolto il Paese. Questa volta, però, non si trattava di vittime delle forze azere, ma apparentemente di soldati uccisi dai loro stessi compatrioti.

Il primo incidente, che ha portato alla morte di un ufficiale in un avamposto al confine tra Armenia e Azerbaijan, è stato scioccante. Il ministero della Difesa ha dichiarato che il tenente Artak Nazaryan, militare di carriera trentenne, si era suicidato. La famiglia del soldato, tuttavia, ha respinto con forza questa versione. La causa della morte, dicono, sarebbe da ricercare all'interno dello stesso esercito armeno.

Secondo la famiglia, il corpo di Nazaryan era coperto di ferite, subite solo poche ore prima che il loro congiunto – secondo la versione ufficiale – si fosse sparato. “Credeva in Dio e sapeva che il suicidio è un grave peccato”, ha dichiarato la madre a Radio Free Europe. “Se si è trattato di un suicidio, immaginatevi quante sofferenze e umiliazioni gli sono state inferte prima di ricorrere a quel gesto”, ha aggiunto la sorella.

All'inizio di agosto, quattro commilitoni di Nazaryan sono stati arrestati e il ministero della Difesa ha avviato un'indagine. Secondo una dichiarazione ufficiale, uno dei quattro, il capitano Hakob Manukyan, è sospettato di aver inflitto ferite corporali e di aver umiliato Nazaryan “con gravi conseguenze”.

Mentre i familiari di Nazaryan hanno espresso dubbi sull'imparzialità dell'inchiesta condotta, in Nagorno Karabakh si è verificato un incidente ancora più drammatico e inatteso. Sei soldati sono morti a seguito di una folle sparatoria avvenuta sulla prima linea. Secondo Artur Sakunts, attivista per i diritti umani, il responsabile della sparatoria sarebbe un soldato armeno. Sakunts ha riferito che un ufficiale e un sergente avevano umiliato un giovane coscritto dopo averlo trovato addormentato nella sua postazione. Un'altra recluta, Karo Ayvazyan, ha allora sparato ai due ufficiali e a tre altri soldati che erano accorsi sul posto, prima di suicidarsi. L'incidente sarebbe avvenuto solo un giorno dopo la morte di Nazarayan.

Malgrado le condizioni di vita nell'esercito armeno siano migliorate dall'inizio degli anni '90, il nonnismo rimane un problema serio e le morti fuori dal combattimento rappresentano ancora una grave preoccupazione. Due anni fa il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha affermato di non credere nell'imparzialità delle inchieste condotte su tali incidenti, parlando di manomissione delle prove. Solo nel corso del 2009 sono 18 i soldati morti durante il servizio militare, per incidenti avvenuti fuori dai combattimenti.

Secondo i critici, gli ultimi incidenti hanno evidenziato problemi seri all'interno di un esercito afflitto dalla corruzione e da violazioni dei diritti umani. In effetti, le bustarelle per evitare l'arruolamento o per svolgere il servizio di leva in luoghi tranquilli sono una pratica piuttosto comune. I due eventi, in ogni caso, hanno causato un putiferio nel Paese, confermando inoltre la presenza di soldati armeni in Nagorno Karabakh, una circostanza negata da Yerevan ma nota alla maggior parte della popolazione. “Di solito i ricchi fanno il servizio militare in Armenia, mentre i poveri vengono mandati in Karabakh”, ha dichiarato Harutyunyan, soldato armeno fuggito in Azerbaijan.


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Cl.Ri.

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